Il celebrante è RELATIVO!
Chi può sposare (o unire) civilmente due persone in Italia è il sindaco!
Questo è evidente, anche se capita molto spesso che il sindaco sia impegnato ad assolvere compiti istituzionali più importanti.
Non che il vostro matrimonio non lo sia, ci sono, però, responsabilità da assolvere che richiedono tutta la sua attenzione e disponibilità. Per cui, se il sindaco è impossibilitato, si procede con la delega!
Ed è qui che inizia il caos!
Rito ufficiale, rito simbolico, simulazione, casa comunale, non casa comunale, … il caos più totale!!!
Cerchiamo di mettere ordine.
Intanto partiamo col dire che il sindaco, a sua discrezione, può delegare la sua funzione di ufficiale di Stato Civile ad un qualsiasi cittadino italiano maggiorenne, che abbia i requisiti per essere eletto a consigliere comunale.
Oggi è possibile celebrare il proprio matrimonio civile in tutte le location, soprattutto in numerose sale ricevimento.
Anche se la location non dispone delle autorizzazioni necessarie per firmare lì il certificato matrimoniale, può tranquillamente concedervi la possibilità di organizzare la cerimonia nuziale.
Naturalmente in questo caso gli sposi sbrigheranno le pratiche nel proprio comune di residenza, liberandosi così da tutti gli obblighi burocratici che la pratica matrimoniale prevede.
È esattamente quello che accadeva prima del matrimonio concordatario, ovvero della legge del 1985, che obbligava gli sposi a “sposarsi” prima in comune e successivamente (a volte anche giorni o settimane dopo) in chiesa.
Ciò non significa che il rito in chiesa era finto o simbolico, anzi. È sempre stato il matrimonio in chiesa quello “vero”. E per tanti ancora oggi è così!
Dopo il decreto legge del 1985, nato soprattutto per questioni di praticità, in chiesa a fine messa il sacerdote, riconosciuto dallo Stato italiano come ufficiale dello stato civile, dà lettura degli articoli del codice civile italiano e fa firmare l’atto di matrimonio.
Che la location sia casa comunale o no, il problema serio resta.
Ovvero non esiste alcuna cerimonia!
Infatti il matrimonio civile è un atto giuridico dove l’ufficiale di stato civile (ovvero il celebrante) dà lettura degli articoli 143, 144 e 147 del Codice Civile, riceve le affermazioni degli sposi di volersi prendere in marito e moglie e li dichiara uniti in matrimonio.
Questo è!
Quindi ovunque decidiate di sposarvi civilmente, la procedura (qualcuno lo chiama “memorandum”) è questa.
Il problema è che chi partecipa ad un matrimonio sa molto bene cosa accade ad un rito civile in Italia.
Infatti, il problema cerimonia, lo ha sempre risolto la chiesa, quantomeno in Italia.
Quindi, come si risolve il problema cerimonia per il rito civile?
Alcuni pensano che basti un celebrante (reperito su internet con tanto di attestato!?!?) per risolvere il problema.
Anzi, alcune location, il celebrante, lo regalano addirittura!
Sono tantissime le coppie che credono che basti “un celebrante” per risolvere il problema della cerimonia.
Quando arriviamo a pensare ciò, trascuriamo il vero problema che preoccupa tutti colori i quali si sposano civilmente.
Ovvero la cerimonia.
Il celebrante è RELATIVO!
Credere che basti un celebrante che dica qualcosa, si perde di vista il vero significato del matrimonio.
Ovvero, a cosa serve un matrimonio e soprattutto al perché ci sposiamo.
Anche se chiamassimo Paolo Bonolis, uno degli oratori più ingamba, preparato, intelligente e con un’esperienza decennale alle spalle come presentatore, messo lì, davanti agli sposi, cosa farebbe? Cosa direbbe?
Allieterebbe con battute simpatiche, intratterrebbe gli ospiti per 10/15 di minuti…certo, tutto fantastico.
Ma siamo certi che, anche il più bravo degli intrattenitori, sia la persona giusta per il vostro matrimonio?
In questo modo non si rischierebbe di perdere di vista il vero significato che ha un matrimonio e la ragione per cui siamo lì?
A prescindere da dove venga celebrato, a livello inconscio, sappiamo quello che un matrimonio rappresenta per ognuno di noi.
Per anni (o forse sarebbe giusto dire “per secoli”) la tradizione cristiana ha impresso nelle nostre coscienze un modo di sposarsi che tutti quanti conosciamo.
L’esperienza della cerimonia è viva dentro di noi.
È un qualcosa che non riusciremo mai a rimuovere, e chi si sposa civilmente è perché NON vuole vivere quella esperienza lì. Che conosce molto bene!
Certo, ci sono persone atee, di altre culture e religioni, ma fondamentalmente la maggior parte delle persone, nonostante siano credenti, scelgono di celebrare il loro matrimonio in maniera “diversa”. Civilmente, appunto.
I motivi posso essere diversi e vari, diciamo solo che oggi tantissime coppie sono “libere” (per lo meno dalle loro stesse abitudini) di scegliere come e dove sposarsi.
Per tantissime coppie il matrimonio in chiesa rimane “il” matrimonio. Unico e vero.
Qui potremmo aprire un capitolo infinito sulla coerenza di chi sceglie la chiesa per il proprio matrimonio nonostante non entri in chiesa dalla cresima (sempre che l’ abbiano ricevuto come sacramento). Ma non divaghiamo!
Diciamo quindi che per alcuni è rimasto un passaggio “automatico-inconscio” sposarsi in chiesa, per altri invece, una scelta più coerente, diciamo più in linea con ciò che vivono, sentono, credono!
Per questo il web è diventata la fonte primaria, per cercare di colmare un vuoto immenso e per certi aspetti angosciante.
Ci viene il terrore se pensiamo che una scelta fatta per rispettare ciò che mi rappresenta di più metta a rischio uno dei momenti più importanti della mia vita.
Prestampati reperiti gratuitamente, riti simbolici senza alcun senso, esperti celebranti con tanto di attestato(!?), cose appiccicate l’una all’altra senza alcuna logica…insomma una mescolanza di sciocchezze inaudite e prive di significato!
Immaginate cosa potranno pensare i vostri genitori che partecipano al vostro matrimonio e vi vedono versare sabbia colorata nei vasi di vetro!
O qualche altra simbologia (!?) trovata sul web. Ma davvero una sciocchezza simile potrà mai sostituire quello che tutti noi abbiamo nel nostro inconscio?
Non vi sembra ridicolo tutto ciò?
Certo che è stato utilizzato da tante coppie, non perché significhi qualcosa, ma solo per fare qualcosa. L’alternativa è il nulla!
Quotidianamente vediamo nascere figure nuove (spesso ragazze diplomate o laureate senza lavoro) che si improvvisano celebrante o peggio ancora, “esperte” di simbologie!
Poi ci sono quelle che “scrivono” testi per la cerimonia. Come se il sacerdote si scrivesse un nuovo testo sacro per ogni matrimonio. Assurdo!
Avere la presunzione di credere che basti scrivere o dire qualcosa davanti agli sposi per “celebrare” un matrimonio è follia.
Si tratta di non avere rispetto per uno dei momenti più importante della vita degli sposi.
Non basta neanche intervistare gli sposi per tentare di dire qualcosa di interessante ed originale durante il rito. Tutti conoscono già gli sposi, non sei in tv o ad un evento pubblico dove ci sono persone che non vi conoscono e sa niente di voi.
E comunque se non c’è una narrativa efficace (devi essere Muccino almeno) ascoltare rischia di essere una noia mortale.
Immaginate un estraneo che davanti a tutti i vostri invitati, legga di come vi siete conosciuti, del primo bacio, o altri dettagli della vostra relazione sentimentale…
Quanta pochezza! Quanta banalità…
Raccontare degli sposi al loro matrimonio non serve a nulla!
Chi non conosce gli sposi? Se gli invitati sono lì è perché sono persone importanti, c’è una selezione, una scelta ponderata. Forse un tempo si invitavano parenti nemo stretti, ma oggi non è più così, gli sposi sono ben attenti su chi invitare e chi no.
Non solo!
Questa, poi, è l’era dei social, dove ogni cosa viene condivisa. Tutti sanno tutto. Come un video visto e rivisto.
Per cui raccontare degli sposi durante il rito civile non è una cosa saggia.
Tra l’altro anche se qualcuno vi convince a raccontare di voi durante il vostro rito civile, comunque non “fa” una cerimonia.
Chiedetevi: a cosa serve una cerimonia?
A celebrare. Perfetto!
Cosa state celebrando? … quindi, cosa scrivete o leggete a fare se alla fine ciò che direte o farete non significa nulla?
Ma noi dobbiamo sposarci, mi direte. Ed ecco il problema cerimonia che riemerge. Nonostante i creativi del wedding, il problema cerimonia non è stato risolto!
Una cerimonia non è dire qualcosa su di voi, o chiedere a qualcuno di leggere una poesia presa sul web o scambiarsi le promesse(!?).
Una cerimonia ha un obiettivo ben preciso, ha finalità specifiche e successivamente divenire coinvolgente.
Quindi ciò che sposa due persone è la cerimonia, non il celebrante, la poesia o le promesse o qualche altra sciocchezza inutile.
E serve per celebrare due persone che in quel preciso momento si stanno unendo per tutta la vita!
Il problema di chi si vende come celebrante è che si preoccupa solo di cosa deve fare o dire in quel momento.
Cosa dico io, cosa dici tu, cosa dicono i lettori…basta che facciamo qualcosa!
Il celebrante non fa la cerimonia. Nemmeno un testo fa una cerimonia. Nemmeno uno di quei riti simbolici sciocchi fa una cerimonia.
Non si fa altro che rendere il matrimonio civile banale e alla portata di tutti, abbassando sempre di più le aspettative fino a farlo sembrare davvero un matrimonio di serie B.
Immagino che se state investendo una cifra di denaro importante, che ci tenete, lo desiderate ed avete fatto (o state facendo) dei sacrifici per organizzare il vostro matrimonio.
Per questo non è un gioco, come vuole farci credere chi scrive sciocchezze sui portali web o chi pensa di essere in grado di soddisfare le vostre aspettative (e quelle dei vostri genitori e di tutti i vostri invitati!) con stupidaggini reperite sul web o né tanto meno proponendosi (facendosi pagare profumatamente) come celebranti.
Pensare di affidarvi ai riti trovati su internet state sminuendo in partenza il vostro matrimonio.
Prendere in considerazione un celebrante trovato sul web potrebbe mettervi a rischio, quello di sprecare uno dei momenti più importanti della vostra vita.
Lasciare fare a chi “scrive testi” significa mettere i vostri sacrifici nelle mani di chi, vi dirà una serie di parole, forse anche belle, ma senza senso, facendovi credere che sia vincente: “l’importante è dire qualcosa”!
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