Abbiamo approfondito e compreso pienamente cosa si nasconde dietro le “tecniche” ed asettiche parole che compongono i tre articoli del codice civile che vengono letti dal celebrante, durante il matrimonio.

Abbiamo trovato delle risposte fantastiche che stravolgono il modo di concepire il momento burocratico e legale.

Sì, CI SIAMO RIUSCITI anche per l’unica parte “meccanica” e formale!

Gli articoli 143, 144, 147 e 315 bis sono una vera esplosione di VALORI, indicazioni, veri e propri suggerimenti per una vita di coppia sana e felice!

Primo fra tutti la RECIPROCITA’, che non significa scendere a compromessi o raggiungere l’equilibrio. Piuttosto è RICERCA dell’equilibrio!

E’ avvicinarsi all’altro, cercare e cercarsi insieme.

La reciprocità è la colonna portante, il segreto dell’amore!

“Se voglio amare l’altro, devo stimarlo, accettarlo com’è, e non esigere che sia più di quello che è, né che sia diverso, adatto ai miei gusti.

Se voglio amare l’altro, devo scoprirlo, e saper svelare, anche sotto i difetti, le qualità profonde, i doni e i talenti, la nobiltà dell’anima”.

La reciprocità quindi, mi indica a vedere l’altro come SOGGETTO del mio amore e, nella reciprocità, abbiamo entrambi gli stessi diritti e gli stessi doveri.

L’obbligo alla FEDELTA’, non riguarda solo la sfera sessuale, ma quella parte intima, la più profonda, quella della vera conoscenza.

La fedeltà è frutto dello scegliersi e fonte delle scelte successive.

Si manifesta nell’unirsi in un PATTO e mantenere fede a quel patto.

Promettersi di esserci l’uno per l’altra e nell’impegnarsi seriamente.

Amarsi è anche ricordarsi tutto quello che si è detto a luce spenta e COMUNICARSI quello che non si è detto a luce spenta, scambiandosi uno sguardo vivo d’amore e, quando è necessario, anche un silenzio ricco d’amore.

Il silenzio custodisce in sè affinità, complicità, essenzialità, serenità, sincerità. La reciprocità nell’amare è saper CHIEDERE e prendere l’amore e il calore dall’altro e dell’altra.

“Le parole, i gesti, che nell’assoluta semplicità rendono visibile e percepibile l’amore nella vita delle famiglie, dicono di una relazione che si fa cura.

Essi danno sapore ai giorni nel loro scorrere talvolta sempre uguale, intensità di luce ai momenti speciali, respiro e orizzonte al buio delle fatiche o delle sofferenze più laceranti”.

L’AVER CURA è il contenuto essenziale dei doveri reciproci coniugali.

Nella coppia è FONDAMENTALE l’intesa morale e spirituale, che si concretizza nel concordare l’indirizzo della vita familiare.

Non solo dormire nello stesso letto, ma addormentarsi mentre l’altro veglia, dormire anche negli stessi sogni.

“I sogni buoni chiedono di essere perseguiti e meritano tutti gli sforzi possibili per realizzarli.

Quando si avverano, se erano effettivamente sogni adatti a noi, ci rendono molto, ma molto, ma molto felici.

Se non ci rendono felici vuol dire che avevamo sbagliato sogni, oppure che abbiamo tralasciato qualcosa nel processo di avvicinamento”.

SOGNO deriva da sonno, perché solitamente si sogna quando si dorme.

Dormire insieme, trovare riposo e armonia con l’altro, nell’altro: l’intimità è una componente della coppia che dà unione e comunione.

Altro aspetto fondamentale, oltre a dormire insieme sotto lo stesso tetto, è il ritrovarsi, condividere i momenti attorno alla stessa tavola.

L’importanza della CONDIVISIONE della tavola diventa anche educazione alimentare, sia per la salute che per il comportamento dei figli nella loro relazione con il cibo.

Ma ci avete mai pensato? La mamma è (o dovrebbe essere) colei che si occupa di fare la spesa.

Impiega il suo tempo, ripeto il SUO tempo, per scegliere il cibo migliore e più salutare e che allo stesso modo possa piacere a tutti componenti della sua famiglia.

In questo momento rifletto anch’io su questo aspetto “silenzioso” e così prezioso.

Il più delle volte non lo si considera minimamente o lo so da per scontato…

Quindi d’ora in poi, facciamoci caso quando pranziamo o ceniamo: non solo stiamo gustando del cibo, ma stiamo “mangiando” anche il tempo di colei che ha pensato, prima e preparato dopo e, lo ha fatto per noi, con amore!

Mangiare insieme, inoltre, è un momento costruttivo anche per parlare, ascoltare, conoscersi, comunicare sé stessi.

Alcuni esperti suggeriscono di mangiare insieme, con la tv spenta e, per saper rispondere meglio alle ESIGENZE di tutta la famiglia, fare almeno un pasto con la figura paterna.

Importantissimo!

Credo questo sia un aspetto prioritario per la crescita affettiva e, non solo, di un bambino.

Non dimentichiamo che rientra nei doveri dei genitori verso i figli, mantenerli, e nella reciprocità (questo termine diventa sempre più prezioso) della famiglia stessa, mettersi l’uno al servizio dell’altro.

Capita spesso di incontrare genitori che privilegiano un rapporto più amichevole, più complice con i propri figli, rinunciando al sacrosanto ruolo di GUIDA.

Questo non è molto positivo specie in aggiunta, in alcuni casi, alla “crisi” della FIGURA paterna.

Il padre di ultima generazione spesso è fragile, incerto sul ruolo di marito, prima ancora che di padre.

Questo rischia di annullare la differenza fra maschile e femminile che invece è elemento centrale di una SANA relazione educativa.

Alcune ricerche scientifiche confermano la necessità di un padre e di una madre come GARANZIA di uno sviluppo armonioso dei figli.

E quindi comprendiamo come si passa dall’obbligo di mantenerli, TENERLI PER MANO a quello di assisterli, stare presso, accanto.

Abbiamo, quindi, compreso quanto importante sia EDUCARE alle differenze.

E quindi nelle differenze tra i genitori, tra genitori e figli e tra i figli stessi, anche e specialmente nel caso di famiglia allargata.

Per differenze si intendono premure, attenzioni personali (e personalizzate, aggiungerei) che permettono al figlio di crescere, formarsi con equilibrio, nel rispetto dei tratti della sua personalità.

Senza essere “soffocato” e né, altrettanto, lasciato estremamente libero.

Quindi, il diritto di ricevere assistenza morale, per il figlio, altro non è che nutrirlo di gesti attenti con coerenza e coesione (è importantissimo) da parte di entrambi i genitori perché la creatura possa maturare.

Si cresce e si matura SOLO con buone relazioni d’amore.

Freud dice che nessuno sa ben amare e ben lavorare se non ha, nel tempo giusto e nel modo giusto, giuste relazioni d’amore.

Che bello, giuste relazioni d’amore, wow!

Solo l’amore matura e solo la mancanza d’amore impedisce un’equilibrata e corretta evoluzione e sviluppo dell’individuo.

L’accettazione è la somma di tutto quello che abbiamo detto finora.

Accettare non significa che va tutto bene, ma vuol dire C’E’ TUTTO, c’è già tutto!

L’accettazione, come l’accoglienza, è alla base della vita di coppia, nel cuore della piena consapevolezza.

Questa è l’evoluzione della vita coniugale, fare in modo che la FAMIGLIA sia il nucleo nel quale ciascun componente possa crescere sano e con amore.